In Liguria: la ricostruzione dei muri a secco
Ci sono luoghi dove permangono, nel lavoro, caratteristiche al di fuori dello spazio e del tempo. Una condizione del proprio animo, che per molti costituisce forte richiamo.
I muretti a secco, strutture centenarie realizzate dall'uomo senza l'ausilio di alcuna sostanza legante.
Lo scopo era quello di assoggettare all'agricoltura un territorio “povero” come quello Ligure ad esempio. A Castelvecchio di Rocca Barbena, storica località nell'entroterra di Albenga, i muri a secco sono talmente parte integrante del paesaggio tanto da essere tutelati dalle normative urbanistiche. In caso di crollo devono infatti essere ricostruiti con le originali caratteristiche.
Sergio e Giorgio, gli “scoiattoli” di Rocca Barbena, dedicano energia e passione ad un antico lavoro, che negli ultimi anni sta però ritrovando spazio.
Umberto “Berto” in pratica l'ultima generazione ad aver curato i muri a secco, dall'età di 15 anni, per lui una ragione di vita tramandare le antiche tecniche di costruzione.
Oggi l'ausilio di piccoli mezzi meccanici, rimane l'unica deroga all'impiego delle tecniche tradizionali. Le pietre vengono avvicinate con moto carriola, comunque l'ultima azione resta sempre demandata alla stretta di mani forti e schiene allenate.
“Recuperiamo tutte le pietre dei muri crollati, però non bastano mai a completarlo, dobbiamo portarne altre dalla cava, sembra incredibile come abbiano fatto un tempo” dice Sergio “certo, una volta si facevano bastare non solo le pietre per in muri, anche tante altre cose, tipo i soldi”
Così tra una battuta e l'altra, magari si arrotola una sigaretta come pure una controllata allo smartphone, pietra su pietra qualche colpo di picchetta e la lenza che fa da dima si alza. Mani forti ed abili stringono le rocce taglienti, che tutte assieme prendono come un'anima....
marco ferrando, fotografo